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Progetto Figli lavoratori disoccupati

ZASTAVA Kragujevac

 

  • Appello perche’ la solidarieta’ non cessi 

  • La condizione dei bambini e delle bambine in Serbia,  ex Jugoslavia

 

La situazione nel nostro paese e’ ancora molto difficile, anzi sempre più difficile.

La nostra città, Kragujevac , cuore operaio del paese e fino a pochi anni fa dei Balcani interi, adesso è il cuore dei licenziati.

L'onda dei licenziamenti e’ partita proprio dalla nostra città, in cui 2/3 degli abitanti dipendeva dalla Zastava. Dopo 10 anni di embargo, sanzioni e l’aggressione della Nato , adesso con gli ultimi licenziamenti il nostro paese si  trova tra i paesi più poveri del mondo. Pur essendo nel cuore dell’ Europa noi ci sentiamo ancora isolati, con continui ricatti e minacce di un altro embargo, se non vengono consegnati al Tribunale dell’Aja altri cittadini serbi che essi vogliono;  la conseguenza è che ci troviamo al penultimo posto tra i paesi sull'elenco IDA, cioè tra i più poveri del mondo.

Naturalmente le conseguenze di tale situazione colpiscono maggiormente la popolazione piu’ debole, come i bambini e le bambine. Oltre alla situazione economica disastrosa la cosa molto grave è la perdita generale del senso di vita; i bambini nati e cresciuti nel periodo piu’ difficile, cioè quello di questi ultimi dieci anni, sono maturati troppo presto, i loro desideri , sogni ecc. sono diversi da quelli che hanno i loro coetanei di altri paesi.  Si potrebbe scrivere un libro, sulla  vita  che fanno i nostri bambini, delle loro sofferenze e  dei piccoli desideri che gli sono stati strappati.  Sto raccogliendo le lettere piu’ significative che i nostri bambini scrivono alle famiglie che li adottano a distanza, perché penso, che in quelle parole e righe ci sono tutte le spiegazioni di come essi vivono e cosa hanno dentro l’anima. Basterebbe dire che ultimamente quasi tutti (1.450 adottati con ancora 10.000 in attesa ) ringraziano degli aiuti ricevuti perche’ i genitori possono così pagare le bollette della corrente,  comprare materiale scolastico, agrumi, oppure possono comperare le scarpe perche’ cosi’ non si vergognano di andare a scuola.

Un'altro aspetto drammatico è la situazione sanitaria disastrosa: con un costante aumento dei disturbi psichici causati dai bombardamenti e del terrore vissuto, con conseguente stati di stress; aumento continuo di  bambini malati di diabete, asma, per  non parlare di leucemie ed altro.

Per quanto riguarda i diritti dei bambini proclamati dall' Unicef nessuno di questi diritti e’ oggi garantito nel nostro paese, per il figlio di un lavoratore:

- il diritto di andare a scuola ( scuole bombardate, sistema energetico bombardato, mancata erogazione di corrente, costi spesso non affrontabili dai genitori )

- il diritto a un cibo sano: ancora non sono state pubblicate  ( alcuni scienziati dicono che è ancora  presto ) le analisi delle conseguenze dei bombardamenti con l’ uranio impoverito e le altre armi  chimiche e biologiche usate contro il nostro popolo.

- il diritto ad essere curati, come  gia’ detto: mancanza di apparecchiature sanitarie efficienti e di medicine, causa i dieci anni di embargo e sanzioni; mancanza dei mezzi economici per essere curati, e cosi’ via per ogni altro diritto, tranne forse quello di usare i minorenni come lavoratori. Solo questo diritto da noi e’ rispettato, e penso con amara ironia:  questo perche’, con centinaia  di migliaia di disoccupati nel nostro paese, non c'e lavoro nemmeno per gli adulti…

Quale strada per tornare ad una situazione di pace e sviluppo

L'unico modo per costruire la pace è lasciare che siano i popoli a decidere da soli del proprio destino:  senza giochi, arroganza e prepotenza dei padroni o potenti del mondo. Che ogni popolo abbia il diritto alle proprie tradizioni culturali e storiche, alla propria religione, alle proprie scelte politiche, ai propri governi scelti senza la ''tutela'' o il necessario gradimento  degli stessi padroni del mondo; con una costruttiva collaborazione tra i popoli e  i loro governi,  per l’uguaglianza e lo sviluppo di ciascun popolo, perche’ il mondo appartiene a tutti e tutti devono avere gli stessi diritti. Sono cosciente che, nel mondo di oggi sembra un utopia.

Nei Balcani c’e stato un conflitto grave, purtroppo il fuoco non e’ ancora spento e nel Kosovo ogni giorno ancora oggi, anche se ormai viene solo più riportato in trafiletti di pochi giornali, ci sono nuove vittime e continue persecuzioni. E’ necessario reinstaurare la tolleranza, il diritto di essere differenti e nello stesso tempo di rispettarci tra di noi. Anche se, per quanto riguarda la Serbia e la nostra Jugoslavia “nell’anima” ( a parte il Kosovo che è  sotto controllo delle forze occidentali, ma dove è rimasto solo qualche enclave serba, e tutto il resto occupato da popolazione albanese), bisogna dire che è sempre rimasto multietnico, come  era sempre stato e non ci sono stati mai conflitti di tipo religioso, culturale ecc., ci sono sempre stati matrimoni misti e ci sono ancora.  E va anche detto, che tutti i profughi delle ex repubbliche jugoslave ( circa 1.200.000) compresi gli albanesi ( 100.000) scappati dalle violenze dell’Uck, qui da noi hanno trovato rifugio e solidarietà, al di là di appartenenze etniche o religiose, senza distinzioni e ancora oggi  si trovano tra noi.

Il sostegno a distanza, oltre ad essere un aiuto economico prezioso,ha un significato forte  anche come appoggio morale ai nostri bambini ed  al nostro popolo. Di non sentirsi soli ,isolati ed abbandonati. Dopo migliaia di lettere che traduco tutti i giorni, sono convinta che questi bambini e ragazzi adottati e adottanti che si scrivono, costruiscono rapporti di amicizia costruttivi che, contribuiranno ad un mondo migliore e forse, in futuro non permetteranno  aggressioni alla terra dei propri amici.  Anche grazie a queste amicizie imparano altresi’ la storia, le tradizioni e culture reciproche, descrivono come e cosa si festeggia nelle rispettive terre e nonostante le differenze diventano piu’ vicini  e solidali.

La speranza e l’invito è  quello di non far cessare tutto questo, se possibile rafforzarlo, non lasciare soli i nostri bambini è come non lasciare solo nessun bambino del mondo, vittime innocenti dei giochi e dei profitti dei potenti del mondo.

 

Rajka Veljovic- Ufficio adozioni Internazionali a distanza - Sindacato Samostalni Zastava,

 Kragujevac, Serbia

 

 

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